09 – Amanzia che scherma con la mano una candela accesa

Il quadro Amanzia che scherma con la mano una candela accesa reca in basso a destra la firma di Angelo Inganni e la data del 1859: è stato realizzato dunque tre anni dopo il matrimonio dell’artista con colei che era stata sua allieva e sua amante e che aveva potuto sposare dopo la morte della prima moglie, Aurelia Bertera.
Come accade nell’altro dipinto, con la stessa protagonista colta davanti allo specchio, e pure presentato in mostra, la figura di Amanzia emerge dall’ombra di un interno domestico, probabilmente la residenza gussaghese della coppia.
Gli “effetti di lume” non vengono applicati in questo caso al consueto repertorio di genere, di ambientazione contadina. La maestria esecutiva di Inganni si esercita stavolta su un ritratto, sia pure impostato in modo del tutto originale rispetto ai canoni tradizionali del genere. Schermata dalla mano destra, la luce della candela si riverbera sui lineamenti del volto, su alcuni dettagli della veste e sul mazzo di fiori, a loro volta forse appena colti e sistemati nel vaso. Con raffinati accostamenti cromatici, i toni bruni dominanti appaiono riscaldati da questa luce rossastra che accentua i riflessi del velluto del fiocco, filtra come in trasparenza tra le dita, si amalgama quindi con i petali dei fiori ed attenua il candore del colletto e delle maniche.
Nel volto armonioso e sereno di Amanzia, percorso da un vago senso di sorpresa, si condensa l’atmosfera sentimentale del dipinto e il senso dell’omaggio che Inganni vuole rendere alla donna amata.