06 – Il giardino di Villa Richiedei con la Santissima

La grande tela intitolata Il giardino di Villa Richiedei con la Santissima (che misura 207 centimetri per 289) è un capolavoro “totale” di Angelo Inganni e rappresenta la più nota ed anche la più celebrata fra tutte le sue vedute. L’autore la realizzò nel 1850 su commissione del nobile Paolo Richiedei. Nove anni dopo l’artista ritornò sul quadro per aggiungere i tre personaggi che stanno sfogliando il giornale “La Lombardia”, uscito col primo numero il 13 giugno del 1859: collocati all’estremità destra del dipinto, risultano un po’ fuori scala ed appaiono inseriti con un intervento un po’ forzato, ma servono per certificare il “patriottismo” di Inganni e del Richiedei. In occasione dell’aggiunta delle tre figure venne anche modificata la data dell’esecuzione in “1859”.
Il grande quadro ha più fuochi che attraggono l’attenzione di chi lo osserva: anzitutto ci sono le quattro figure in primo piano (Inganni che disegna, Amanzia Guérillot con l’ombrellino, Luigi Basiletti seduto, Giovanni Prati a sinistra che ammira lo zampillo altissimo della fontana). C’è poi il medico e letterato Luigi Fornasini accanto ad una dama davanti ai due servitori che offrono rinfreschi. Ci sono i tre intenti alla lettura della “Lombardia”: quello al centro ha le fattezze di Filippo Ugoni, (con un nastrino col tricolore di Francia al bavero della giacca). C’è la signora (forse Francesca Richiedei) con la bambina che ha raccolto un mazzo di fiori. Lo sguardo è attratto anche dal “Padiglione Moresco” derivato da un disegno del Vantini, tutto candido e animato da luci azzurre al centro; dalle molte fontane alimentate dalla sorgente che sgorga dalla collina a destra; dai cespugli di peonie dal rosa molto carico. Nel quadro figura anche il padrone di casa che accoglie (a sinistra) un’invitata che scende dalla carrozza appena sbucata dall’androne d’ingresso al giardino.
In alto trionfa, sull’azzurro del cielo, il fabbricato della Santissima Trinità modificato in gusto neo-gotico sui disegni di Rodolfo Vantini. Il pittore ha dovuto cimentarsi in una complicata doppia prospettiva (unendo due diversi punti di vista) per riuscire ad inserirla.
Paolo Richiedei, il committente, era particolarmente affezionato a questo quadro e lo teneva nel suo palazzetto di vicolo San Nazaro a Brescia (l’attuale Via Fratelli Bronzetti al n. 12), mentre in una sala di Gussago teneva il dipinto di dimensioni simili, ma un po’ più quadrato, dell’Accampamento degli Zuavi sugli spalti di San Giovanni a Brescia del 1859, opera ora conservata presso i Musei Civici di Brescia.
Questo meraviglioso giardino ci consegna una visione indimenticabile, un vero unicum nella pittura lombarda dell’Ottocento. Con la grande tela, pervasa della tersa luminosità che per antonomasia caratterizza il cielo lombardo, l’Inganni supera gli ambiti – allora distinti – del paesaggismo e della veduta prospettica, per procedere a una sorta di “autocelebrazione” di uno stile di vita e dei suoi protagonisti che formavano una società colta, raffinata, elegante.
Il grande dipinto, che ha goduto di un accurato restauro dello Studio Monica Abeni – Paola Guerra, alla fine della mostra verrà custodito negli ambienti del Municipio di Gussago.